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giovedì 6 ottobre 2011

Investimenti . . . " in fumo " !

Alcuni cominciano semplicemente perchè hanno difficoltà a inalare il fumo delle sigarette, altri invece li scelgono per il loro effetto calmante o per motivi d'immagine. Tutti però poi continuano per passione. Il sigaro non si fuma, il sigaro è una scelta di vita, il sigaro è un piacere. In Italia i sigari cubani sono arrivati solo di recente. Tuttavia è indubbio, che assieme ai nostri fantastici e “nazionalissimi” Toscani, siano tra i migliori al mondo. Rimane ancor oggi un segreto perchè il tabacco del nord ovest di Cuba sia così buono. Si tratta probabilmente di una combinazione di diversi fattori, che vanno dal suolo, alla direzione del vento e persino agli insetti. Oltre che per il sapore, i sigari cubani sono ambiti dai collezionisti anche per il loro formato. Infatti alcuni di questi si trovano solo in certi paesi in quanto sono stati sviluppati per le esigenze di un particolare mercato. La particolare politica di vendita di sigari cubani da parte della compagnia statale Habanos S. A. che ha puntato sulla loro regionalizzazione e su una notevole diversificazione dei mercati, ha fatto si che questi sigari di tipo regionale, siano molto interessanti per collezionisti e commercianti che sono disposti ad arrivare anche in capo al mondo pur di poterli acquistare. Il centro europeo principale per la vendita e per l'asta di avana rari è Londra. Per esempio, Mitchell Orchant ha organizzato nel mese di novembre 2010 per la C. Gars Ltd, un'asta spettacolare. Simon Chase dello The Cigar Smokers Club di Londra ha raccontato che si è trattato di una delle più emozionanti aste di questi tempi, soprattutto grazie a un cinese di Hong Kong e a un giapponese che si sono dati battaglia per una scatola di dieci sigari Romeo y Julieta Dunhill Seleccion No. 779 pre embargo ( 182 millimetri di lunghezza, 48/64 di calibro ). Il giapponese si è aggiudicato la scatola : dieci sigari per la bellezza di 11.500 sterline, circa 13.000 Euro. I sigari di prima dell'embargo sono particolarmente popolari tra i collezionisti. Si racconta che la sera prima che venisse annunciato il presidente John F. Kennedy mandò il suo portavoce Pierre Salinger prima nei negozi specializzati di Washington D. C. e poi a Cuba per comprare altri 1200 sigari di marca Corona per la sua riserva personale. Con l'embargo alcuni produttori di tabacco internazionali abbandonarono l'isola caraibica, rendendo così i sigari cubani delle rarità. Pertanto hanno raggiunto prezzi molto alti. Se fumare questi pezzi storici possa ancora regalare un'emozione è discutibile. Teoricamente però trent'anni di conservazione non sono un problema se in condizioni adeguate. In ogni caso ad oggi, né l'embargo né le leggi più dure contro il fumo, sono riusciti a bloccare il successo degli avana. Infatti, anche se il mercato principale nel 2010, la Spagna, ha sofferto un declino delle vendite di circa il 20 %, il volume totale rispetto al 2009 è salito del 2 % per un totale di 368 milioni di dollari, circa 255 milioni di euro. Le perdite sono state compensate in particolare dai fiorenti mercati in Asia, Europa orientale e Medio Oriente. Infatti, con una quota di mercato di circa l' 8 %, la Cina è ormai al terzo posto dopo Spagna e Francia. Anche in Italia, da quando è nata Diadema, la società che distribuisce gli avana nel nostro paese, la diffusione di questo prodotto è cresciuta notevolmente. Prova ne è la nascita di numerosi club del sigaro.

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