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mercoledì 7 marzo 2012

Orizzonte rosa. 8 Marzo : 2 righe dedicate alle donne !



Mia cara amica,

l'esperienza insegna che le cose della terra hanno breve durata, e che la vera realtà esiste soltanto nel sogno. Per dirigere la felicità naturale occorre anzitutto il coraggio di inghiottirla ; e coloro che meriterebbero forse la felicità, sono precisamente quelli ai quali la felicità, quale la concepiscono i mortali, ha sempre prodotto l'effetto di un vomitivo.
A spiriti ingenui parrà strano, e anche impertinente, che un quadro di voluttà artificiali sia dedicato a una donna, sorgente più comune delle più naturali voluttà. Tuttavia, è evidente che, come il mondo naturale penetra in quello spirituale, cibandosene e concorrendo così a formare quell'amalgama indefinibile che chiamiamo la nostra individualità, così la donna è la creatura che proietta la più grande ombra e diffonde la più grande luce sui nostri sogni. La donna è fatalmente suggestiva ; ella vive, più che della propria, di altra vita ; vive spiritualmente nelle immaginazioni che domina e feconda.
Importa pochissimo, d'altronde, che le ragioni di questa dedica siano comprese. E' forse necessario, per la gioia dell'autore, che uno scritto qualunque sia compreso da tutti ? Basta che lo comprenda colei o colui per cui lo scritto è stato composto. L'indispensabile è che sia stato scritto per qualcuno. Per conto mio, ho così poca simpatia per il mondo dei viventi, che, come quelle donne sensibili e sfaccendate, le quali, a quel che si dice, inviano per posta le loro confidenze ad amiche immaginarie, volentieri scriverei per i morti.
Ma non già ad una morta io dedico questo piccolo scritto ; bensì ad una che, quantunque malata, è sempre attiva e vivente in me e volge ora gli occhi al cielo, il luogo di tutte le trasfigurazioni. Poiché, non solo da una terribile droga l'essere umano gode del privilegio di poter trarre gioie nuove e sottili, ma anche dal dolore, dalla catastrofe e dalla fatalità.
In questo quadro tu vedrai un pellegrino cupo e solitario, immerso nell'onda inquieta delle moltitudini, inviare il suo cuore e il suo pensiero a un' Elettra lontana che gli ha testé asciugato la fronte bagnata di sudore e gli ha rinfrescato le labbra arse dalla febbre ; e indovinerai la gratitudine di un altro, di cui spesso vegliasti gli incubi e di cui frugasti, con mano leggera e materna, il sonno spaventoso.

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