Si
dice : “ varare una legge draconiana “
L'espressione
significa fare una legge severa nella sostanza e rigorosa
nell'applicazione. Il riferimento dell'aggettivo è a Dracone o
Draconte, giurista e politico, primo legislatore dell'antica Atene
nel VII secola a. C. Dracone promulgò tra l'altro una legge
sull'omicidio che segnò la nascita del diritto penale, distinguendo
già l'omicidio volontario da quello colposo e che poneva fine alle
sanguinose faide tra i parenti di vittime e colpevoli. Il suo
codice di leggi era particolarmente severo e prevedeva la pena di
morte anche per piccoli reati. Per questo fu sostituito nel secolo
successivo dal codice di Solone.
Si
dice : “ paga Pantalone “
Vuol
dire che paga, anche in termini metaforici, chi deve pagare, chi ha
le spalle forti e può assumersene la responsabilità, intendendo
spesso lo stato o un ente importante. Il modo di dire risale al
tempo della Commedia dell'Arte. Pantalone, detto anche il
Magnifico, è la celebre maschera veneziana nata verso la fine del
500'. Essa incarnava la figura del mercante del tempo, anziano,
ricco e avaro, datore di lavoro e rivale dello Zanni, maschera del
servo furbo, e spesso da quest'ultimo raggirato, ritrovandosi infine
a dover pagare conti salati a sua insaputa.
Si
dice : “ piantare grane “
Significa
arrecare noie, seccature o anche semplicemente sollevare questioni
fastidiose da gestire. Il modo di dire è una commistione di due
immagini. La “grana” in questo caso va intesa come granello di
sostanza granulosa, ossia una particella indesiderata capace di far
inceppare un ingranaggio. “Piantare” invece, deriva dal latino
“planta”, (pianta del piede), e si riferisce al gesto dei
braccianti agricoli che, stando chini sulle piante dei piedi,
conficcano le sementi o le piantine nel suolo, ponendo dunque,
nell'immagine figurata, un ostacolo che crescerà.
Si
dice : “ stare in campana “
E'
l'avviso di stare all'erta, con occhi e orecchie bene aperti contro
eventi imprevisti. L'origine della frase è naturalmente riferita
al suono delle campane che, fino a non molto tempo fa, scandiva ogni
momento della giornata di un centro abitato. Il loro uso
ecclesiastico in occidente è documentato già a partire dai secoli V
e VI dopo Cristo, inizialmente per convocare i fedeli alle funzioni
religiose e in seguito per scandire i vari momenti della giornata,
(mattutino, angelus e vespro). Inoltre annunciavano gli avvenimenti
più importanti, compreso i pericoli incombenti.
Si
dice : “ portare il cappello sulle ventitre “
Vuol
dire indossare il copricapo storto da un lato, per vezzo, per moda o,
nel caso del basco dei soldati, per estetica militare. Il motivo va
cercato nel modo di contare le ore di un tempo. Occorre sapere
infatti che, fino al XIX secolo, il conto delle ore della giornata,
variava da paese a paese e in Italia, per secoli, fu preso per
termine il tramonto del sole, quale che fosse la stagione. Allora
le ventitre erano dunque un'ora prima del tramonto, quando il sole
era basso all'orizzonte e conveniva inclinare il cappello per
difendersi dai raggi obliqui.
Si
dice : “ fare dello spirito di patata “
Vuol
dire fare delle battute di bassa lega, che non fanno ridere o sono di
gusto discutibile. L'origine va cercata nell'ambiguità del termine
“spirito”, dal latino “spiritus” cioè “soffio”, che un
tempo si riferiva alle acquaviti ottenute per distillazione dei
vegetali. Di tutti quelli usati a questo scopo, (uva, mele, pere,
cereali, erbe varie), la patata era considerata in Italia nettamente
la più scarsa, anche se è tra le principali componenti della
popolarissima vodka russa e polacca. Dunque inadatta a produrre
buon spirito, che diventa, per rapporto causa-effetto, la capacità
di provocare buonumore.
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