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mercoledì 19 giugno 2013

Colloqui di lavoro : arriva la "stress interview".


Se lei fosse un oggetto, che cosa sarebbe ?”, o ancora “A che pensa quando fa la doccia ?” Se vi sentite rivolgere queste domande durante un colloquio di lavoro, probabilmente siete incappati nella temuta “stress interview”, tecnica di selezione in voga negli USA, in cui i candidati vengono sottoposti a domande bizzarre e spiazzanti per testarne la capacità di reazione, di fronte a una situazione di forte tensione.
Altri trabocchetti tipici sono mettere l'interlocutore a disagio, dimostrarsi disinteressati al suo discorso, fare lunghe pause o, al contrario, domande incalzanti per valutarne le reazioni. Ma come funziona in Italia ? Dobbiamo preoccuparci anche noi di stilare una lista dei pensieri sotto la doccia ? Quali sono le tecniche più usate dai responsabili alle risorse umane ? E, soprattutto, cosa bisogna fare per arrivare davvero preparati all'appuntamento che può cambiare il nostro futuro ?
Probabilmente ci sono anche da noi dei professionisti di Human Resources, che adottano la metodologia della stress interview”, spiega Stefano Giorgetti, ad di Kelly Services Italia, agenzia leader nella gestione delle risorse umane. “Ma in generale qui l'approccio è un po' più soft. Alla Kelly Services preferiamo il colloquio situazionale, chiamato anche behavioral interview. E' un approccio che si basa fondamentalmente su esempi concreti della vita professionale, e non, del candidato.
Si mira a ricavare informazioni reali sulle situazioni che si è trovato a gestire, sui compiti che è stato chiamato a svolgere e le azioni messe in atto per portarli a termine. Infine, pone l'accento sui risultati ottenuti. Difficilmente un candidato può improvvisare su questi temi, per cui questa tecnica ci consente di formulare una valutazione il più possibile oggettiva sul profilo dell'intervistato”.
Dello stesso parere anche Linda Langella e Maria Cristina Puglisi di Unilever, (multinazionale proprietaria di famosi marchi di alimenti, bevande, prodotti per l'igiene e per la casa), rispettivamente HR Talent Acquisition Italy and Greece e Leadership Development Manager Italy and Greece.
In Italia le stress interview sono poco utilizzate. Sono colloqui che vanno gestiti con molta cautela, perchè fanno leva su delicate dinamiche psicologiche. Riteniamo che sia più efficace mettere il candidato a proprio agio per far si che si apra e metta in luce il proprio talento”.
Pare quindi che in Italia si punti molto più sulla valorizzazione della persona tramite un colloquio dai toni rilassati. Ma siamo sicuri di non doverci aspettare insidie o tranelli che ci colgano impreparati ? E soprattutto, cosa non dobbiamo assolutamente fare se non vogliamo vedere sfumata la possibilità di essere presi ?
Non si tratta di veri e propri tranelli”, sottolineano le responsabili HR di Unilever, “il nostro scopo e di mettere i candidati a loro agio. Tuttavia, ad esempio, durante il primo contatto telefonico, poniamo sempre delle domande in inglese per sondarne la conoscenza. Ma non dovrebbero sorprendere, perchè chi vuole lavorare in una multinazionale come la nostra, sa che si tratta di un requisito necessario”.
Solo nei colloqui successivi vengono simulate delle prove, come un business case da risolvere, un esercizio di public speaking, test di gruppo o individuali”, aggiungono le responsabili di Unilever. “La conversazione in lingua a sorpresa è uno dei modi migliori per testarne l'effettiva padronanza”, conferma Stefano Giorgetti di Kelly Services. “Un altro step è quello di andare ad approfondire le incongruenze e le zone d'ombra che emergono dal curriculum”. Quindi, prima di presentarvi, rispolverate per bene il vostro inglese, (ormai per quasi tutte le posizioni ne è richiesta la conoscenza), e assicuratevi di saper spiegare con chiarezza, il percorso lavorativo che emerge dal vostro curriculum. Evitate invece di mentire. “Se il selezionatore se ne accorge”, prosegue Giorgetti, “il rapporto di fiducia cessa all'istante”.
Ricordatevi infine di essere curiosi e reattivi. “Mai restare in silenzio di fronte alla domanda : vorresti chiederci qualcosa ?”, spiegano ancora da Unilever. “Il candidato deve presentarsi con una buona conoscenza dell'azienda e dimostrare entusiasmo e voglia di entrare a far parte del nostro team”.

Per colpirli fai così.

Abbiamo visto cosa evitare per non rischiare l'insuccesso. Ma come affrontare un colloquio al meglio ? Ovviamente dipende dalla posizione che si va a ricoprire. Ma ci sono dei consigli sempre utili.
Siate voi stessi”, sottolineano le responsabili HR di Unilever, “perchè ci si accorge subito se state recitando una parte. Raccontateci anche i vostri fallimenti e come li avete superati. Fate trasparire i vostri punti di forza, ma non nascondete troppo le vostre debolezze, perchè la capacità di riconoscerle testimonia la volontà di crescere. Il colloquio è anche un momento di confronto con il mondo esterno, per capire come venite percepiti”. “Sul web ci sono molte dritte per prepararsi a un colloquio. Il mio semplice consiglio è quello di simularlo in anticipo davanti allo specchio, preparando esempi da poter raccontare, o testimonianze dei risultati ottenuti. In definitiva, preparatevi a vendere voi stessi, ma senza dimenticare di essere voi stessi”, conclude Giorgetti.

S.R.

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