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lunedì 3 giugno 2013

Dagli USA con furore : il co-worker. Opportunità di crescita.


Vi interessa sostituire per qualche mese un collega che lavora alla filiale di New York, o in quella di Shanghai ? Se la vostra specialità è il marketing, che ne direste di “saltare” alla finanza, o nell'ufficio risorse umane, per un periodo determinato ? In America accade sempre più spesso. E' il fenomeno dei co-worker : dipendenti che si scambiano temporaneamente il posto.
Per imparare qualcosa di nuovo, arricchire la propria esperienza, acquisire un punto di vista diverso, allenarsi alla mobilità o semplicemente a una mentalità più aperta e flessibile. E' un fenomeno che merita di essere studiato con attenzione, perchè si tratta di una flessibilità tutta positiva. Un caso in cui il modello americano non è sinonimo di insicurezza.
In Italia, (come del resto in Francia e in Spagna), oggi si parla di flessibilità in modo spesso unilaterale : chi ha un posto di lavoro sente pronunciare questo termine e lo traduce in libertà di licenziare. Ma negli Stati Uniti la flessibilità si declina in tanti modi, e le sue varianti creative sono molto interessanti.
Il co-worker è un fenomeno relativamente nuovo perfino negli Stati Uniti. Un tempo questo tipo di rotazione era riservato ai due estremi della piramide aziendale. I nuovi assunti potevano essere adibiti a mansioni temporanee nell'ambito di un percorso di formazione. Oppure al vertice della gerarchia, i top manager americani sono stati spesso incoraggiati a cimentarsi con sfide diverse, a dirigere filiali all'estero oppure settori di attività differenti all'interno di un conglomerato, per avere una comprensione più larga del business. Dunque le rotazioni frequenti erano un fenomeno minoritario : un rito d'iniziazione per nuovi assunti, o per grandi capi.
La novità oggi è che questo sta diventando un esperimento di massa, aperto a tutti. Secondo uno studio della Society for Human Resource Management, riportato sul Wall Street Journal, nel 2011 il 43% dei datori di lavoro americani hanno offerto in modo sistematico delle opportunità di addestramento e di lavoro “trasversali”, con alternanza in mansioni diverse, per aiutare i dipendenti a sviluppare nuove capacità e nuove attitudini, non limitandosi a un solo tipo di attività.
E questa nuova spinta alla rotazione non viene solo promossa dall'alto ; il management incoraggia i dipendenti a fare da sé, a mettersi in contatto fra loro per trovare le opportunità di “scambio di posizioni”.
Il colosso informatico Intel, numero uno mondiale dei microchip basato nella Silicon Valley californiana, ha creato addirittura una specie di “borsa merci” interni, con un database arricchito quotidianamente, di offerte e richieste di scambio di mansioni di lavoro. In un anno, ben 1300 scambi sono avvenuti in questo modo, con i dipendenti della Intel che si sono messi autonomamente d'accordo con dei colleghi per barattare i propri posti : a volte l'esperimento è durato poche settimane, altre volte un anno intero.
L'utilità è molteplice, secondo il responsabile di questo programma presso la Intel, Amreen Madhani : può servire ad “assaggiare” un nuovo lavoro, prima di candidarsi ufficialmente per ottenere un trasferimento permanente, oppure aiuta il dipendente a crearsi delle relazioni in settori dell'azienda diversi dal suo, che potranno essergli utili in seguito.
In certi casi questo agevola anche le sostituzioni di colleghi che si assentano, per una maternità o un sabbatico. Per l'esperto di management John Sullivan, docente alla San Francisco State University, la diffusione del co-working è uno strumento prezioso sia per la formazione permanente della forza lavoro, in un'epoca di veloce cambiamento, sia per motivare e creare fedeltà tra i dipendenti.
E' di certo una cura contro la monotonia e l'assuefazione. E' un modo per “restare giovani”. In fondo a vent'anni si è molto curiosi e l'idea di cambiare spesso attira : basta vedere il successo meraviglioso del programma Erasmus in Europa, che ha creato una nuova generazione di studenti universitari con una cultura veramente sovranazionale. Da adulti, salvo piccole minoranze di globetrotter, per molte ragioni si finisce col rinunciare alla possibilità del cambiamento.
Se te la offre la tua azienda, all'interno di una stessa organizzazione, è una bella opportunità.


Federico Rampini

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