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mercoledì 18 dicembre 2013

Non è più Natale per tutti !

Fu tutta colpa del Norad, Comando per la Difesa Aerospaziale del Nord America, quello che dovrebbe proteggerci anche dagli alieni. Ma non furono omini verdi o missili nemici quelli che mi misero nei guai. Fu Babbo Natale.
Ogni anno, per mostrare il volto buono dei generali con troppe stelle e troppi missili, il Norad usa i propri radar e satelliti per seguire la galoppata di Babbo Natale, anche noto come Santa Claus, Papà Natale o quel povero disoccupato che per cinque dollari all'ora si mette un barbone di cotone e una panzona finta per fare "Ho-Ho-Ho" nei grandi magazzini. Lo traccia religiosamente, dal Polo Nord, dove abiterà fino a quando il riscaldamento della terra non scioglierà la calotta e allargherà il suo magazzino facendo annegare le renne, al camino di ogni casa.
Sul sito del comando aerospaziale, il 24 dicembre appare un mappamondo dettagliatissimo, con l'immagine dell'immortale vegliardo e della sua carriola trainata da renne, che può essere seguita minuto per minuto.
Nella casa dove abitano tre dei miei numerosi nipoti, accesi il computer la notte della vigilia e cominciai a seguire il viaggio, circondato dai marmocchietti, in spasmodica eccitazione. Almeno impareranno un po' di geografia, mi dissi, vista la leggendaria ignoranza degli americani grandi e piccini in materia.
Tra di loro c'era un bambino biondissimo di cinque anni, compagno di primina dei miei, particolarmente eccitato, insistente e insieme scettico. "Ma viene anche a casa mia?" Mi chiedeva. E io: certamente, carino. "Ma sei proprio sicuro?". E io: sicurissimo… A meno che tu sia stato particolarmente cattivo quest'anno, mi cautelai. "No, no, buonissimo" mi gridava dopo essere corso a verificare la propria fedina penale dai genitori in un'altra stanza. "A che ora?" Insisteva. Quando tu dormi. "Ma sei sicuro?". Sicuro sicuro.
Due giorni dopo scoprii il disastro. Quando incontrai il padre, sorridendomi solo in parte mi disse: "hai combinato un bel casino". Oddio, non aveva soldi per nessun regalo? "No, noi siamo ebrei e non celebriamo il Natale. La mattina del 25 mio figlio piangeva come un disperato, gridando che quel signore, il nonno del mio amico, mi aveva assicurato che…".
Fu una lezione diretta su che cosa significhi vivere in una società multietnica, multireligiosa, multiculturale. Quello che a uno sembra ovvio e scontato, la festa comandata con le odiose jingle bells, il trippone ermafrodita in tailleur rosso, gli agnolotti con le trombe sopra la capanna e poi il cotechino a tavola, non lo è affatto per milioni di altri.
Poiché il periodo è generalmente festivo anche per chi crede che il 25 dicembre sia soltanto la festa dell'equinozio d'inverno, quando la luce ricomincia a sconfiggere il buio, si augurano sempre più Buone Feste. Una cosa che a qualcuno sembra un'inutile resa alla correttezza politica, un cedimento dei propri valori, se si vive in nazioni che sono, furono o fingono di essere cristiane.
Dimenticando che vivono con noi ebrei e atei, musulmani e animisti, buddisti e adoratori del Grande Cocomero, che hanno ogni diritto di festeggiare o di ignorare le ricorrenze altrui, senza sentirsi martellare per settimane con il compleanno di un Dio nel quale non credono. Magari di andare al cinema e ordinare cibo cinese a domicilio, come vuole la tradizione degli ebrei di New York. O di adorare Babbo Natale il cui ruolo nella teologia cristiana resta, almeno a me, oscuro.
"Per avere pace - mi disse il padre di quel bambino che io avevo fatto piangere con il tracciato della slitta sugli schermi radar del Norad - li ho dovuto comperare un regalino e impacchettarglielo con il nastrone. Quando sarà più grande, gli spiegherò perché da noi non vola Babbo Natale".
Comunque, mi salutò con un “Buon Natale”. E “Buone Feste” anche a te, gli risposi, in segno di pace e di scusa. Poi, resta da dimostrare la superiorità mistica del cotechino sul pollo con le noccioline alla cinese.
Ma questo, del rapporto fra cotechini e Natività è un tema profondo per teologi, non per un nonno qualsiasi.

Vittorio Zucconi

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