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giovedì 20 agosto 2015

Cellulari insanguinati.

E' possibile stroncare la filiera “criminale” che governa estrazione e commercio di minerali per l'alta tecnologia ?



C'è un "terrorismo" sistematico di cui poco si parla. È quello subito da intere popolazioni coinvolte nel ciclo dell'estrazione di minerali destinati all'industria dell'alta tecnologia, come ad esempio la produzione di cellulari.
Il coinvolgimento delle grandi società commerciali con regimi criminali e mafie internazionali, produce una "via crucis" fatta di abusi, schiavitù, disastri ambientali e corruzione. Il 60% dei conflitti, con milioni di morti in Africa, sono nati e nascono tuttora per il controllo delle risorse naturali come stagno, tantalio, tungsteno, oro, coltan, rame, giada eccetera.
Nella sola Repubblica Democratica del Congo, le vittime di questa guerra sono state 3 milioni e mezzo ; nella Repubblica Centrafricana un quarto degli abitanti è stato espulso dalle abitazioni.
Dati inoppugnabili riportati dagli appelli di centinaia di vescovi africani e da oltre 150 organizzazioni umanitarie, (Cipsi, Focsiv, ecc.), collegate in rete come Jesuit european social center, Alboane ed Eurac.
Difficile trovare traccia di queste notizie sui giornali più diffusi. La denuncia si accompagna alla proposta di rendere obbligatoria, la trasparenza per tutta la filiera delle imprese che importano minerali e metalli da zone di guerra.
È ciò che hanno fatto gli Usa con il "Dodd Frank Act" del 2010, per i minerali provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo.
Finora la Commissione Europea si era limitata a promuovere un sistema di autocertificazione "volontaria", solo per alcuni minerali e determinate tipologie di aziende. Una soluzione ambigua, che si è scontrata col voto della maggioranza del Parlamento Europeo, che il 20 maggio ha votato per la trasparenza assoluta e vincolante in materia di "minerali insanguinati". La partita non è finita.
La procedura per adottare queste direttive, andrà a buon fine solo con l'adesione dei ministri di tutti i paesi che, in sede di consiglio dell'Unione Europea, adottano le normative e coordinano le politiche comuni.
È indubbiamente un'occasione per dimostrare la capacità di incidere concretamente sulla grave situazione in cui versano milioni di persone, in Africa soprattutto.

Carlo Cefaloni

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