Arnaldo
Cavallari ci fa assaggiare il suo nuovo pane, 100% biologico e dal
prezzo anti-crisi e ci parla del suo nuovo progetto, “Ciabatta
Village”, per rivalutare Adria che ama follemente, assieme alle
donne e alle macchine ovviamente.
Non
smette mai di stupirci il nostro Arnaldo cittadino che ad 83 anni
suonati reinventa il modo di fare pane, il modo di mangiare pane.
E'
proprio questo il segreto di “Pane
pulito italiano”:
l'assoluta genuinità degli ingredienti. O meglio dell'unico
ingrediente, cioè la farina, che non deve subire nessun tipo di
trattamento al di fuori di quello strettamente necessario per
renderla lavorabile.
Sono
banditi totalmente qualsiasi tipo di additivo o di sostanza chimica.
Quindi
massimo impegno del mugnaio, e controllo di tutte le fasi, ma massimo
controllo anche del fornaio, che deve ottenere l'impasto e cuocerlo
secondo le direttive fornite da Arnaldo stesso.
Proprio
la filiera garantita e un ferreo disciplinare di produzione, sono i
punti chiave per ottenere l'autentico e ottimo “Pane
pulito
italiano”,
che in fondo in fondo è un ritorno alla tradizione. Infatti Arnaldo
ci tiene a chiarire che lui fondamentalmente non ha inventato nulla,
ha solamente riportato la natura e la tradizione nel fare il pane.
Troppo
spesso i fornai sono tentati ad utilizzare le cosiddette “polverine”,
come le chiama Arnaldo, che altro non sono che miglioratori chimici il cui unico scopo è quello di sviluppare l'impasto per ottenere
così più pane. L'uso di tali prodotti chimici, che sembra tollerato
dalla legge, è particolarmente sgradito dal nostro stomaco, perché
rende il prodotto finito poco digeribile per alcuni e addirittura
intollerabile per altri.
“Pane
pulito italiano”,
lo dice il nome stesso, non è niente di tutto questo. E' solamente
buono e sano pane come lo faceva la nonna, quindi completamente
digeribile e tollerabile per tutti, che dura anche parecchi giorni,
mantenendosi tenero e gustoso nel tempo, e garantendo anche un'ottima
resa per i fornai, come illustra Arnaldo stesso su una brochure a
loro riservata. Se la farina è buona e naturale infatti, si ottiene
un impasto ottimo e in gran quantità ad un costo molto basso. “Pane
pulito italiano”
potrà essere commercializzato attorno ai 3 euro al Kg, che è un
prezzo assolutamente basso considerandone la qualità.
E
perché “Pane
pulito italiano”?,
chiedo ad Arnaldo, e lui mi risponde: “Ma perché devo
tenermi sempre attivo, devo lavorare continuamente, devo sperimentare
sempre. Devo sempre migliorare quello che già esiste. Insomma devo
sentirmi vivo”.
Bravo
Arnaldo! Poi a denti stretti mi dice che voleva escogitare
un'alternativa alla Ciabatta, oramai sputtanata per il semplice fatto
che pochi hanno applicato quel famoso, ferreo ma necessario,
disciplinare di preparazione.
La
Ciabatta si trova ormai da tanti anni, anche in Repubblica Ceca e in
Slovacchia, ma si chiama così solamente perché la forma richiama
quella della calzatura, cioè bassa, tozza e larga. Ma il sapore è
inaccettabile, per noi che conosciamo il vero gusto dell'autentica
Ciabatta.
Si
è la grandissima soddisfazione di Arnaldo. Prodotta in tutto il
mondo, ha superato per popolarità persino la “baguette” francese
e in Sud Africa, il forno industriale che la produce in esclusiva
dietro licenza di Arnaldo, conta oltre 150 dipendenti e sforna tutti
i giorni tonnellate di Ciabatte.
Un
successo mondiale per Arnaldo, ma anche per Adria, visto che le ha
dato i natali e ovunque si citi la Ciabatta, inevitabilmente si cita
anche Adria. Adria, grazie ad Arnaldo e alla Ciabatta, è diventata
la “Città del pane”.
E
si … Adria, questo paesino sul delta del Po, che ha fatto
innamorare tanti viandanti, che assurge al rango di città proprio
grazie ad Arnaldo. E proprio ad Adria, Arnaldo intende realizzare il
suo piccolo capolavoro: il Ciabatta Village. Ce lo racconta proprio
alla conferenza stampa del 20 gennaio.
Nella
grande area ormai dismessa dove sorgevano i molini adriesi, in via Cà
Cima, rimasta ancora nella totale disponibilità di Arnaldo, egli
vuole creare un polo commerciale e culturale, con negozi, un
ristorante, una sala polivalente al servizio della cittadinanza e
ovviamente una rivendita di buon pane.
Un
progetto veramente ambizioso, visti i chiari di luna del momento, ma
certamente originale e importante per ridare slancio a un paese per
troppo tempo sofferente, anzi agonizzante, ma che riflette purtroppo
la situazione di tanti altri centri, piccoli e grandi della nostra
penisola.
Arnaldo
ci crede e tutti noi ci crediamo, affascinati dalla sua
impareggiabile “arte” oratoria. Se non altro perché quando ce lo
racconta li brillano gli occhi, e si capisce subito che le parole
partono dal cuore.
Arnaldo,
sei proprio buono come il pane. Anzi, buono e pulito come “Pane
pulito italiano”.
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