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domenica 12 giugno 2016

Ombra in giardino vi consiglio le piante giuste.

Per creare zone protette dal sole in giardino, si può ricorrere a tende e gazebo, ma anche mettere a dimora alberi che però richiedono tempo per crescere. Proprio perché si tratta di un investimento a lungo termine, che non si cambia con la stessa facilità di un arredo, la scelta va ponderata, considerando quanti più fattori possibili.
A ogni albero corrisponde una forma della chioma, che determina poi l'ampiezza della zona d'ombra proiettata e una compattezza che determinerà un'aria più o meno cupa.
Nessuno, neppure il migliore progettista, può dare garanzie di attecchimento e di lunga vita delle piante che acquistiamo, dal momento che le specie vegetali non hanno scelto spontaneamente di fissare nel nostro giardino la propria dimora.
Un buon consiglio potrebbe quindi essere quello, di studiarne sia i luoghi sia le aree climatiche d'origine, (tipo di terreno, altitudine, temperature minime e massime, precipitazioni e distribuzione di queste), e anche come esse si dispongono rispetto alle altre piante. Non sono molte numerose le specie arbustive ed erbacee, che gradiscono un irraggiamento quotidiano è senza sosta. Le piante che non necessitano di tregua sono tipicamente quelle della flora mediterranea, (che beneficiano però dell'umidità portata dall'aria marina), quelle provenienti dalle regioni desertiche, (che possiedono cicli vitali brevissimi), quelle succulente conosciute come "piante grasse", (alle quali sono dedicati speciali angoli di giardino arido e che hanno sviluppato nel corso dell'evoluzione, una serie di strategie volte all'immagazzinamento di acqua), e le sezioni di piante da fiore annuali che animano balconi e aiuole, dalle petunie alle gazanie.
Di solito le specie arbustive ed erbacee, pur cercando il sole, gradiscono la mezza ombra, perlomeno quella che nelle ore più calde allevia gli effetti dei raggi solari. Per contrastare le conseguenze di un'eccessiva esposizione, come l'appassimento precoce di foglie e fiori, siamo costretti a irrigare tutti i giorni, mentre la piantagione di uno o più alberi - compatibile con le dimensioni del nostro giardino - potrebbe aiutare le piante a vivere meglio e a esigere meno acqua. L'ombreggiamento, inoltre, riduce gli sbalzi termici diminuendo quindi le condizioni di stress.
La scelta degli alberi deriva soprattutto dalla conoscenza dei numerosi parametri climatici della zona, ma anche dall'intensità di ombra che si vuole creare: profonda e persistente oppure densa e stagionale, o ancora, leggera e luminosa? L'ampia gamma delle alberature a disposizione, consente di adottare la specie più adatta.

Per chi ama le piante sempreverdi, le conifere sono la prima opzione.
Creano zone d'ombra che mantengono le loro caratteristiche tutto l'anno e impongono la scelta di coltivare al loro piede solo specie che si avvantaggino di questa protezione e amano terreni acidi. La perdita progressiva degli aghi, forma un tappeto a reazione acida che, unito all'ombra persistente, consente la crescita solo di specie adatte, (basta osservare come il prato si diradi e sparisca e come le infestanti non riescano a crescere).
Le specie adatte alla montagna, come abeti e pini, quali cembro, nero e silvestre, si accompagnano agli arbusti resistenti al freddo con belle fioriture come rododendri, dafne e forsizie, profumati come le lavande, o dal fogliame vigoroso come conifere tappezzanti, cotoneastri, evonimi, eleagni e ligustri.
Tra le specie arboree con foglia caduca che più ombreggiano nei giardini grazie al fogliame ampio, fitto e ben sovrapposto, sono da scegliere i faggi e i tigli.
I primi sono adatti alle zone fresche di collina e alla montagna in generale, ma si adattano anche alla pianura purché siano collocati in suoli profondi e freschi, ben drenati e organici e utilizzati come esemplari singoli distanziati di almeno 30 mt da altre specie arboree.
Tra i grandi alberi capaci di donare fresca ombra, protettiva ma non troppo intensa, vi propongo due specie così generose da regalare anche i fiori, elemento ornamentale non frequente nelle grandi alberature: robinia e sofora. Hanno una caratteristica in comune che determina la formazione di un'ombra lieve: la foglia composta da numerose follicoline, le quali pur essendo dense non formano nel loro insieme una chioma molto compatta e permettono alla luce di filtrare verso il basso.
La prima, non amata nella sua forma originaria di robinia pseudoacacia per l'invadenza è l'abilità di insediarsi nelle nicchie ecologiche delle specie forestali nostrane, è stata tanto oggetto di selezione da offrire oggi un'ampia gamma di varietà sterili, incapaci quindi di danneggiare l'ambiente in cui sono inserite, in quanto non si propagano per seme. Resiste a svariate condizioni estreme, compresi i pendii, i suoli poco fertili e le lunghe estati siccitose, ma se desideriamo esemplari ben formati è meglio fornire loro un suolo profondo e ben drenato.
A chi ama la leggerezza del fogliame mosso dal vento e la bella fioritura primaverile, capace di attirare un gran numero di insetti pronubi, non resta che scegliere le robinie a fiore colorato, fra il rosa e il violetto, di dimensioni più contenute ma simili per struttura, caratteristiche ed esigenze.

Faggio
Quelli spontanei in Italia appartengono alla specie faggio sylvatica e possono innalzarsi fino a 40 mt con un diametro di 15 mt; i più vecchi, plurisecolari, superano anche i 9 mt di circonferenza del fusto. Sono ben riconoscibili anche nel periodo invernale, grazie al tronco liscio e la corteccia grigio perla, molto luminosa; in primavera le giovani foglie sono verde brillante che si scurisce con l'avanzare dell'estate. Nelle zone di pianura spesso troviamo splendidi esemplari di faggio a foglie rosse che, conservando tutte le caratteristiche sopra citate, unisce il pregio di una particolare tonalità cromatica.

Tiglio
Negli ambienti più caldi, l'ombra compatta è garantita dai profumatissimi tigli. Amano i terreni freschi e profondi ma ben drenati, tollerando meno dei faggi i ristagni idrici e sopportando invece meglio i calori estivi. Nei vivai si trovano anche gli ibridi americani, da sconsigliare perché producono al piede numerosi polloni, da eliminare non solo per motivi estetici ma perché rappresentano per la pianta una grande perdita di energia, spesa nel tentativo di riformarli dopo ogni taglio. La specie tipica italiana, tilia cordata, produce anch'essa polloni al piede, ma solo in epoca giovanile. A maturità diventa alta 25 mt e larga fino a 12. Necessita, quindi, di ampi spazi.

Robinia
La più diffusa e la più conosciuta è la robinia hispida, ma non è la sola. I suoi grappoli fioriti sono intensamente colorati ma brevi, raccolgono
un numero di fiori variabile da tre a sette. La corolla ha forma papilionacea, simile a una farfalla, tipica di tutte le leguminose. I petali, tra il rosa delicato il rosa intenso, hanno lunghezza simile, il vessillo, (il petalo superiore), è rotondeggiante, il calice è verde. Il profumo è spiccato e gradevole. Durante la fioritura è possibile sedersi sotto un albero di robinia ad ascoltare l'indaffarato andirivieni di api, bombi, vespe, e molti altri insetti.

Sofora
E' una specie molto amata dai giardinieri è poco nota al grande pubblico. Tutti conoscono la sua cultivar, (cioè una varietà), sofora japonica pendula che con la sua forma elegantissima arricchisce molti giardini storici di tutta Europa, pochi la forma originaria. Diventa un albero alto fino a 12 mt e largo 10, resistente all'arsura ma meno tollerante ai venti freddi rispetto alla robinia. Appartiene al genere sofora la specie sofora tetraptera, originaria della Nuova Zelanda, che forma un piccolo albero di 6 mt; possiede una sottospecie, sofora tetraptera microphylla alta solo 3 mt. Entrambe sono perfette per i giardini più piccoli ma sono ancora poco reperibili in Italia.

Per i giardini più piccoli vi consiglio clerodendro e albizia, alberelli che oltre ad essere dispensatori di benefica ombra, tra i numerosi pregi vantano anche quello della produzione di fiori profumati. Queste piante offrono vantaggi diversi. Il clerodendro resiste meglio al freddo, mentre l'albizia sopporta abbastanza bene la siccità e preferisce un terreno con poco calcio. Entrambi consentono la coltivazione di piante erbacee di ogni sorta. Per le dimensioni e la forma a ombrello della chioma, tutte e due definiscono uno spazio protetto e intimo.

Clerodendro
Ha dimensioni contenute, essendo alto e largo solo 4 mt. Quando raggiunge molto lentamente la maturità, crea un'ombra densa ma efficace grazie alla forma di ombrello e alle foglie sovrapposte. È ornamentale in quasi tutte le stagioni, in particolare per le pannocchie di fiori, ampie 25 cm, prodotte in quantità a fine estate, seguite da piccole bacche di colore blu piuttosto persistenti.

Albizia
E' un piccolo albero con la chioma a ombrello, alto circa 10 mt e largo fino a 8, ma spesso alto la metà nei nostri climi. Ha foglie composte, quindi la sua ombra è molto leggera. Durante l'estate si formano i fiori che assomigliano a piumini rosati, lievemente odorosi di albicocca che trasformano la chioma, vista dall'alto, in un tappeto colorato. La fioritura dura circa un mese. Deve essere posto in posizione riparata dai venti freddi.


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