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giovedì 1 settembre 2016

Il boom delle social street le regole di buon vicinato e non solo.

Alcune settimane fa, ha fatto scalpore la lettera, immediatamente rimbalzata sui social, inviata da un signore inglese alla sua nuova vicina di casa. Si trattava di un semplice elenco di informazioni pratiche,
(dov'era la presa dell'acqua, come funzionava il riscaldamento, come regolarsi con la raccolta differenziata), condite con qualche nota che tradivano un animo gentile: il mittente ammetteva di non sentirci troppo bene e che, qualora il volume della sua tv fosse stato troppo alto, si impegnava ad abbassarlo. E soprattutto Chris, questo il suo nome, allegava un buono per una cena, visto che i traslochi possono essere stressanti e complicati. Al culmine della non-invadenza, la missiva era attaccata a una puntina di fianco alla porta.
Perché questa lettera ha suscitato un tale stupore da attraversare i confini nazionali e arrivare sui media italiani? Sono la gentilezza, la cura, l'empatia a colpire. Ma ancor di più fa riflettere quanto semplici sarebbero da mettere in atto.

Il boom delle social street.

Anche in Italia si stanno diffondendo esperimenti di buon vicinato come le social street. Tutto è nato dall'intuizione di un bolognese, Federico Bastiani, giornalista e "startupper", che ha creato un gruppo chiuso su Facebook tra i vicini della sua via di residenza (via Fondazza), con tanto di logo ufficiale, basato sulla solidarietà di strada. La social street sfrutta Facebook per creare un circuito di vicinato virtuoso: scambio di informazioni, assistenza a universitari fuorisede e i nuovi arrivati, mini-sorveglianza su furti e situazioni sospette, organizzazioni di feste per bambini.
L'esperimento ha dato il via alla nascita di social street in tutta la penisola: da Milano a Roma, ma anche Torino, Catania, Ancona, Ferrara, Verona, (l'elenco completo su www.socialstreet.it ). Comincia come un gioco, magari per seguire una moda, e finisce per far riscoprire il valore dei buoni rapporti tra vicini, tanto più preziosi in un momento di crisi. E, soprattutto, potrebbe restituire un significato più concreto alla parola "social": il network on-line torna a essere soltanto un (preziosissimo) mezzo, ma il fine è la socialità autentica, vis-à-vis.

Tra condomini invece ...

Purtroppo, se per le strade si tessono reti, dentro i palazzi si annidano liti. Tuttora, infatti, le contese condominiali abbondano. La macchina parcheggiata senza rispettare i turni, lo stereo a tutto volume di notte, i tacchi che rimbombano dal piano di sopra: sono spesso piccolissimi soprusi quelli che creano rancori e negatività, che possono avvelenare la vita di condominio.
Secondo la psicologa Elena Lorenzini, esperta in questioni condominiali, le liti fra vicini derivano dalla concezione della casa come di un'estensione di sé: "La consideriamo rifugio, espressione della nostra personalità nonché di scelte impegnative come un mutuo. Ma dimentichiamo che, se viviamo in un condominio, non è solo nostra. E spesso c'è anche l'ignoranza delle regole basilari".
"Circa 2 milioni di italiani, in media, fanno ogni anno causa per questioni di questo tipo, il più delle volte vedendosi respingere il ricorso di fronte al giudice di pace", prosegue l'esperta. Nella speranza di alleggerire gli scaffali degli studi legali dei troppi fascicoli di contenziosi, oggi c'è l'obbligo di rivolgersi a un mediatore civile, prima di addentrarsi in qualunque causa. Ma il primo mediatore dovrebbe essere in ognuno di noi. Oltre alla lettura delle regole del condominio, la psicologa suggerisce qualche regola di buona convivenza: "Se qualcosa disturba, dirlo subito con pacatezza. Uscire dalla logica "di chi è la colpa", è utilizzare quella del perché è successo". Nelle riunioni di condominio non essere mai aggressivi, non usare formule come "Lei, come al solito ...", ma ragionare sui fatti senza farsi guidare da opinioni personali. E poi sorridere un po' di più e magari organizzare una bella festa di condominio ...

Qui mi sento a casa.

Lara, libera professionista di 35 anni, abita a due passi da via Fondazza a Bologna, ma rivendica la superiorità della sua via Broccaindosso, altrettanto stretta e apparentemente anonima.
"Qui da noi non c'è bisogno di etichette né di Facebook, perché far rete è naturale. Dopo pochi mesi che mi ero trasferita, ho scoperto la festa di strada, organizzata dai residenti: via chiusa al traffico, banchetti e tavole imbandite per strada, in un'atmosfera conviviale che è andata avanti fino a sera tarda, quando la musica dal vivo ha addirittura attirato l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, che abita poco distante! Ma a colpirmi è stata la pulizia dei portici, i cartelli alle pareti che dicono "Questa strada è pulita perché è bene comune", i distributori di guanti di plastica per chi ha un cane, il banchetto di book crossing. Ho scoperto che tutto è merito di un trio di signore, poi ribattezzate " Le Winx di via Broccaindosso", vere fatine che gestiscono anche un'associazione,( orfeonicadibroccaindosso.blogspot.it ), impegnata a ridare vita agli orti di un ex convento sulla via, che in primavera-estate diventano di volta in volta dehors dei ristoranti, arena all'aperto, cortile per bimbi e anziani della strada ..."

Marina Nasi


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